martedì 30 settembre 2014

LA FOTOGRAFA DELLA RESISTENZA





Una storia unica, quella di Faye Schulman, l'unica resistente ebrea al nazismo ad aver documentato la lotta partigiana nell'Europa dell'est. Giovanissima si trovò nelle foreste della Polonia con due sole cose al seguito: un kit di pronto soccorso e una macchina fotografica. Come le Sue foto siano arrivate fino a noi è quasi un miracolo. Oggi Faye ha 89 anni, e vive a Toronto. Nelle foto in alto ha poco più di vent'anni, è bella e con un sorriso radioso. Oggi racconta: “Non potevo permettermi di essere triste in mezzo a tutta quella sofferenza. E poi, se mi fossi lamentata, avrebbe voluto dire che non ero una buona partigiana”. E ancora, dice oggi ricordando il suo impegno giovanile: “Voglio che la gente sappia che il popolo ebraico non è andato al macello come un gregge di pecore...io ero una fotografa, avevo una macchina fotografica, e ho avuto la fortuna di poter tramandare quello che ho visto.”
Da allora non ha mai smesso di testimoniare e fare mostre con quei suoi scatti giovanili, come quest'ultima negli Stati Uniti curata dalla fondazione “Jewish Partisan Educational”.

mercoledì 17 settembre 2014

COMMEMORAZIONE DEI CADUTI 2014



Ieri mattina a Piangipane (Ravenna) al cimitero militare del Commonwealth, si sono tenute le annuali celebrazioni civili e religiose, in memoria dei caduti della Brigata Ebraica in Italia nel corso della Seconda guerra mondiale.

L'accensione della fiaccola della Memoria
La bandiera della Brigata
 
L'omaggio del Granatieri di Sardegna
Il picchetto dell'Esercito Italiano
    

La Banda musicale cittadina di Ravenna


domenica 7 settembre 2014

QUELLI DELLA BOTWIN




Nel '900, secolo di guerre nazionaliste e persecuzioni, gli ebrei parteciparono attivamente a quasi tutti gli eventi bellici d'Occidente. “Come non ricordare i 300.000 (pari a 1/5 degli ufficiali della riserva) che militarono nell'esercito austriaco durante la Prima Guerra Mondiale; o i soldati della Brigata Ebraica...; o gli ebrei che costituirono il 90% della Divisione lituana che combatté nell'Armata Rossa nel 1942/45; o i primi kibbutzim che formarono l'Haganà (Esercito ebraico) in terra araba nel 1948”. Questo è l'incipit del breve studio di Gustavo Ottolenghi che fa il punto sull'impegno ebraico, avvenuto in modo transnazionale, alle dolorose vicende europee del così detto Secolo breve. Il seme di questo impegno di lotta militare all'insegna della libertà fu gettato in Spagna, nel 1937, in difesa della Repubblica contro i falangisti di Franco, quando si formò la “Compagnia ebraica combattente” formata da volontari ebrei delle più diverse provenienze. Alla fine la compagnia prese il nome di “Compagnia Botwin”, in memoria di Naftali Botwin, giovane polacco di 18 anni, membro di un sindacato comunista, impiccato nell'agosto del 1925 a Varsavia. La compagnia in pochi mesi attirò giovani ebrei polacchi, belgi, spagnoli, greci, un tedesco e un italiano, fino a raggiungere il numero di 152 combattenti, di cui solo la metà sopravvisse alla fine della guerra. La Compagnia Botwin fu solo un esempio dell'impegno ebraico per la libertà, dato che i combattenti ebrei nelle Brigate internazionali repubblicane, complessivamente, furono 7760 (una parte enorme se si pensa al totale di 35000 uomini). I caduti ebrei nella guerra di Spagna furono in tutto 265, e di questi 66 furono italiani (che militarono in altre compagnie, come le americane “Abramo Lincoln” e George Washington”, la canadese “Mackenzie Papino”, la slava “Ciapalev”, la franco-belga “6 Febbraio”, e l'inglese “Dimitrov”. La Botwin fu un caso a sé perchè fu dichiaratamente ebraica, si dotò di una bandiera (oggi conservata al museo della Guerra a Varsavia) e un inno. I superstiti della Compagnia furono 86 e subirono destini diversi ma tutti di sacrificio. Gli spagnoli vennero internati nele prigioni franchiste; una decina riuscì a fuggire in Francia ma finì in campi di concentramento per essere poi consegnati ai tedeschi; gli altri, oltre 70, furono fucilati sul posto. Un cippo a ricordo di tutti i combattenti della BOTWIN si trova a Barcellona, inaugurato nel 1990 alla presenza delle massime autorità civili e dell'allora presidente dello Stato di Israele Chaim Herzog.

Per saperne di più si segnala il volume:

I VOLONTARI EBREI NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA E LA COMPAGNIA BOTWIN
di Gustavo Ottolenghi – Ed. Collezione Gianfranco Moscati. Napoli, maggio 2014



mercoledì 25 giugno 2014

IN MOSTRA A ROMA


QUI...per tenere vivo il ricordo dei soldati volontari dalla Terra d'Israele.

E qui un articolo dal Corriere della Sera.





sabato 7 giugno 2014

SOLDATI EBREI IN NORMANDIA



Interessante intervista, sul network Arutz Sheva, a Walter Bingham (classe 1924), che militò anche nella Brigata Ebraica.
QUI
Bingham ricorda soprattutto il contributo dei rifugiati alla lotta di liberazione. I "Refugees in Action", li chiama.




lunedì 28 aprile 2014

25 APRILE: APPLAUSI ALLA BRIGATA EBRAICA



Applausi in tutta Italia: Trieste, Livorno, Verona, al passaggio dei vessilli della Brigata Ebraica lungo i cortei del 25 aprile. (Non solo fatti tristi come quelli successi a Roma per opera di alcuni provocatori).
QUI UNA BELLA RASSEGNA.


martedì 8 aprile 2014

LA BRIGATA EBRAICA A IMOLA


(Il Sindaco di Imola, Daniele Manca)


Lunedì 7 aprile, a Imola, è stata scoperta una lapide in memoria della Brigata Ebraica.
La Brigata Ebraica - corpo combattente di volontari ebrei provenienti dalla Palestina britannica, inquadrato nei ranghi britannici sul fronte del Senio, a fianco del Gruppo Combattimento Cremona e dei partigiani della Brigata Garibaldi - terminò il proprio impegno sul campo di battaglia proprio a Imola.
Finalmente, dopo decenni, è stato ricordato questo capitolo di storia della nostra regione, grazie all'impegno costante di Romano Rossi, storico della Seconda Guerra Mondiale e presidente dell'Associazione Reduci del Gruppo Combattimento Friuli (nella foto in alto in compagnia del colonnello Kobi Regev addetto militare dell'Ambasciata d'Israele in Italia - fonte: La Voce di Romagna).





mercoledì 26 marzo 2014

DOPO AUSCHWITZ...ANCORA ANTISEMITISMO


Secondo il report dell'Agenzia europea per i diritti umani l'antisemitismo è tutt'altro che sparito. L'agenzia, nella sua indagine condotta online da settembre a ottobre 2012, ha intervistato circa seimila ebrei che vivono in Paesi dove risiede il 90% della popolazione ebraica stimata nell'Ue: Belgio, Germania, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Svezia e Regno Unito. I risultati: l'antisemitismo è percepito come vivo e vegeto: il 66 per cento degli intervistati ritiene che l'antisemitismo sia un grosso problema nel suo Paese, il 21 per cento ha subito nell'ultimo anno attacchi antisemiti. Secondo il 75 per cento degli intervistati, soprattutto l'antisemitismo via web è un problema serio e in crescita costante...
QUI se ne parla in Regione Emilia Romagna (le iscrizioni al convegno sono aperte).
QUI invece ne parlerà il Rabbino capo di Ferrara Luciano Caro.



mercoledì 8 gennaio 2014

I RAGAZZI DI SCIESOPOLI


La storia dei bambini profughi di Selvino merita di essere conosciuta, e la sua memoria mantenuta viva. In questa località alpina del bergamasco abitarono, tra il 1945 e il 1948, 800 bambini ebrei, orfani dell'Olocausto. Furono ospitati in una struttura chiamata Sciesopoli, una ex colonia invernale per la gioventù fascista. Sciesopoli fu un centro di transito (Centro della Youth Aliyah) per portare salvi in Israele, attraverso il grande movimento dell'immigrazione clandestina verso la Palestina britannica, tanti giovani, bambini e adolescenti provenienti dai campi profughi d'Europa. Grande promotore fu Raffaele Cantoni, che con il suo gruppo radunò i primi bambini salvati dai conventi e dai monasteri. Poi il testimone fu raccolto dai soldati della Brigata Ebraica, che sfruttarono la loro posizione privilegiata all'interno delle forze armate alleate nell'Europa liberata. In particolare un militare della Brigata, Moshe Zeiri (nella foto mentre dirige il coro dei bambini di Sciesopoli) ne guidò la scuola.



In questi giorni si è attivata una PETIZIONE, per scongiurare che venga cancellata la traccia di questo piccolo monumento alla memoria della rinascita ebraica dopo la Shoah.


(A riprova del successo che sta avendo l'iniziativa - la petizione ha già raccolto un migliaio di firme in più di quelle segnalate dal sito qui sopra -, anche i giornali nazionali cominciano a parlarne,come questo articolo del FATTO QUOTIDIANO).